Non facili slogan ma un vero programma, Manfredini sindaco

Programma Manfredini


Programma 2017

Le nostre idee si riassumono in circa 17 pagine, 9.000 parole, 60.000 battute

La Spezia è cambiata.
C'è voglia di futuro e di sogni ancora più ambiziosi.
Le ragazze e i ragazzi della nostra città hanno voglia di futuro.
Credono nel cambiamento, nel coraggio, credono nel talento e nella creatività.
Tanta parte delle donne e degli uomini della nostra comunità ha fiducia nella propria città, nelle sue energie nuove e antiche. Cittadine e cittadini che credono nella bellezza di Spezia, nelle sue risorse, nella sua storia di città di mare, nel suo bagaglio di valori di giustizia e di libertà.
Spezia antifascista,
Spezia di progresso,
Spezia civile e aperta che ha voglia di futuro, di cambiamento, senza rinunciare a sé stessa.
La nostra città può guardare avanti. Negli anni duri di questa lunga crisi ha saputo resistere, ha reagito più di ogni altra città, ha saputo cambiarsi. È stata capace, con il protagonismo delle partite Iva, dei giovani, dei piccoli imprenditori di cogliere le possibilità che turisti e visitatori le offrivano. Hanno aperto locali, attività, servizi. In centinaia hanno scommesso sulla città, ci hanno creduto, hanno rischiato e investito.
Oggi Spezia è vitale, attrae, piace. I turisti la amano e apprezzano i servizi che gli spezzini hanno saputo creare, le case vacanza, i bed and breakfast, gli agriturismi. Spezia con i suoi musei, le sue proposte di cultura e di spettacolo, il suo centro storico pedonalizzato grande e piacevole, le sue nuove piazze. Spezia del golfo più bello del mondo, dei paesaggi mozzafiato, dei sentieri e delle colline, Spezia dei borghi, dei tramonti e di Tramonti. Spezia che ha reagito con il suo porto commerciale e crocieristico e che ha difeso il proprio patrimonio di industrie. Mentre in tanta parte d'Italia l'industria deperiva e talvolta scompariva qui ha reagito con la cantieristica navale, la nautica, la meccanica, la difesa. Il piccolo commercio e l'artigianato che hanno vissuto la tempesta della crisi, dei minori consumi, hanno saputo non solo resistere, ma rinnovarsi grazie alla competenza, alla qualità, al lavoro. Spezia che crede nella formazione, nella conoscenza, nella ricerca, nell'Università, che vuole essere città fino in fondo. Spezia è una città forte che ha fiducia in sè stessa e vuole guardare avanti con orgoglio. Spezia dei nostri quartieri che non sono le periferie desolate di tante città, ma luoghi della nostra identità, della nostra socialità, quartieri sì con i loro problemi, ma vitali e ricchi di possibilità. Spezia dei nostri anziani, depositari di memoria e di saggezza. Spezia dello sport, del Palio, delle tradizioni, delle associazioni di cultura e di solidarietà, Spezia dei lavoratori con i loro sindacati combattivi e riformatori. Spezia che non vuole avere paura del futuro. Sarà il lavoro la mia ossessione, il lavoro per i giovani, per i disoccupati. Saranno la bellezza e la cura della città la mia fatica quotidiana. Sarà chi più ha bisogno di una mano, di un tetto, di arrivare in fondo al mese ad impegnarmi senza sosta. Saranno l'orgoglio di città e la fiducia in lei il sentimento che mi guiderà. La nostra città ha voglia di futuro.


Spezia città del lavoro e della formazione di eccellenza


Lavoro al primo posto, soprattutto lavoro di qualità per i giovani. Grazie a turismo, porto, nuova industria tecnologica, polo della difesa, polo dell’industria navale e nautica, valorizzazione del nostro ambiente e sviluppo dei servizi alla persona e all’impresa. E grazie alla nostra Università, un polo di formazione di eccellenza nel quale abbiamo creduto e investito e che ora può consolidarsi e diventare grande. Il polo universitario vedrà nei prossimi anni il suo momento di crescita e sviluppo più significativo, grazie alla nuova sede e ai laboratori in Arsenale: questo processo va accompagnato, sostenuto e ampliato anche con una sinergia sempre più stringente con la realtà produttiva. Internazionalizzazione, sviluppo congiunto con le aziende, spazi e strumenti a disposizione per i nostri giovani laureati che intendono offrire servizi o aprire start-up devono essere gli assi portanti dello sviluppo del polo spezzino. Il patrimonio naturale che ci circonda è unico al mondo dobbiamo tutelarlo e valorizzarlo. La nostra scommessa è far convivere questo con lo sviluppo industriale e produttivo, unici settori che possono garantire un forte incremento dell’occupazione giovanile di qualità. La città in questi anni è diventata più accogliente più bella più attrattiva ma così come riporta anche l’ultima analisi di Istat è una città con l’età media alta.

I nostri giovani devono poter scegliere se andare o rimanere e altri giovani possono decidere se venire sul nostro territorio. Abbiamo retto la crisi ma la nostra città non offre lavori di qualità, esportiamo intelligenze, dobbiamo intervenire sulla tipologia dell’occupazione. La scommessa dei prossimi anni è uno sviluppo industriale capace di investire sulle competenze e professionalità che sappia trattenere e ad attirare manodopera qualificata in sintonia con il nostro meraviglioso ambiente. Vogliamo candidare la nostra città al passo con gli obiettivi europei ad essere modello di vivibilità e di lavoro di qualità. Questo connubio si può realizzare nei settori e nelle aziende a più alto tasso di innovazione, nella produzione avanzata, nei settori delle tecnologie dell’informazione, della comunicazione, del digitale, della economia circolare, nei lavori non de localizzabili, peraltro settori con il più alto moltiplicatore di reddito e di occupazione Buona occupazione significa aprire le porte, facilitare e creare le condizioni attraverso servizi e agevolazioni perché le aziende siano attirate dal nostro territorio, significa rinforzare, aiutare a innovare il tessuto produttivo locale trasformando e supportando le realtà produttive che vogliono, a questo fine, creare reti di impresa elemento fondamentale per affrontare le prossime sfide. La nostra storia industriale va difesa e abbiamo risorse ed eccellenze sulle quali puntare per caratterizzare lo sviluppo industriale di questa città e coniugarlo al futuro: tecnologia, innovazione, ricerca sono le parole chiave. Il nostro sguardo si deve alzare sugli obiettivi che il mondo globalizzato si sta dando. Il consolidamento a livello europeo di alcuni settori produttivi presenti sul nostro territorio, i nuovi limiti imposti dalla questione climatica, la conformazione del nostro territorio offrono occasioni di riflessione e di rilancio di una strategia industriale in linea con i principi di sostenibilità, un’opportunità di sviluppo che partendo dalla nostra storia industriale la declini su queste nuove frontiere.
Promuovere una piattaforma per lo sviluppo e il lavoro, puntando su queste nuove frontiere. Come città dobbiamo far convergere gli interessi particolari e locali in un disegno generale.
Diventare utili per la strategia industriale del paese. I prossimi anni saranno gli anni della dismissione della Centrale Enel. Servono progetti seri e solidi per insediare lì nuove aziende tecnologiche, per creare nuovo lavoro di qualità, e per dare nuovi spazi verdi, luoghi di socialità e divertimento facendo rivivere i quartieri come Limone, Melara, Pianazze e Termo che hanno pagato un prezzo altissimo per la centrale e che verranno finalmente liberati. Nelle aree liberate finalmente dalla Centrale si dovrà sviluppare la nuova città del lavoro. La nuova utilizzazione dell’area deve essere motore di sviluppo economico e momento di accelerazione per la trasformazione del tessuto produttivo cittadino e potrà esserlo solo se sostenuto da un adeguato progetto di riuso e da specifici piani di azione. Oggi c’è un pieno coinvolgimento del Governo su questa importantissima partita. Il futuro di queste aree deve definirsi necessariamente in un ambito di valenza nazionale per elevare la qualità progettuale, le competenze disponibili e anche ampliare le opportunità di cambiamento. I cambiamenti climatici, gli accordi a livello internazionale sul clima, stanno producendo e produrranno modifiche in campo economico, del resto la scelta di Enel è un simbolo di questo, ma non è solo la produzione di energia che cambia, si modifica un modello e noi dobbiamo essere pronti e anzi vogliamo che diventi un obiettivo del territorio partendo dalle aree Enel: innovazione, alta tecnologia, efficienza energetica, economia circolare. Sono queste le caratteristiche che vogliamo scegliere per il futuro dell’area e che vogliamo coniugare con la nostra storia industriale. Confermeremo la scelta di mantenere una destinazione prevalentemente produttiva dell’area. Una produzione ad elevato contenuto innovativo, soprattutto nell’utilizzo di tecnologie sostenibili. Continueremo al lavorare per il mantenimento dell’impegno di ENEL e il suo coinvolgimento, anche dopo la dismissione della Centrale, individuando insieme all’azienda nuove forme di produzione alternativa di energia, interventi di risparmio energetico È necessario puntare su nuovi settori che siano in grado di accrescere le competenze, portare tecnologie avanzate e innovazione, a partire dalla green economy nella sua accezione più ampia e dall’economia del mare (navale, nautica, logistica portuale). Su questi settori dovranno essere costruite le sinergie con gli apparati esistenti sul territorio. È chiaro che a Enel oltre alla richiesta di rimanere come attore economico e produttivo verrà richiesto già un impegno sulla definizione delle strategie da mettere in campo per il personale attualmente in forza presso la centrale. La partecipazione del MISE consentirà di individuare gli strumenti appropriati da attivare, anche finanziari, per la riconversione di siti produttivi, di chiarire da un punto di vista normativo le strade da percorrere oltre che avere il supporto conoscitivo delle realtà imprenditoriali che possono essere interessate. Sulla scia di altre esperienze italiane vogliamo arrivare ad un Contratto istituzionale di sviluppo per la nostra città sulla quale far convergere interventi rafforzativi del sistema economico in generale e in particolare sulla riconversione di questa vasta area. Il processo di consolidamento in atto a livello europeo di alcuni settori strategici impone anche all’Italia politiche industriali basate su efficienza e competitività. Alcuni dei settori interessati a questo cambiamento sono fondamentali per la nostra città. La portualità, il navale civile e militare, la nautica sono fortemente condizionati da questi processi in atto. Il Porto è una risorsa vitale per la Spezia. Per oltre vent’anni ha rappresentato un’eccellenza nell’ambito dei sistemi portuali italiani. Occorre mantenere questo ruolo nel contesto di profondo cambiamento in atto. Saranno necessarie nuove azioni e nuovi investimenti, per consentire al porto di diventare sempre di più il motore della ricchezza e del lavoro per la nostra città. La nostra città ha messo a disposizione aree, spazi e strumenti per consentirne lo sviluppo e la crescita inquadrandolo come una priorità. Per queste ragioni sarà sempre più opportuno monitorare per non consentire a mere logiche di interesse e di profitto di trasferire altrove lavoro e ricchezza. Un porto sempre più moderno e integrato con la città. Capace di crescere, rispettandola. Il porto è un bene di tutta la città e dobbiamo governare insieme all'Autorità di sistema portuale il suo processo di crescita, con particolare attenzione anche ai temi della sostenibilità ambientale. Per ciò che riguarda la parte dedicata alle merci, ben vengano le opere di banchinamento previste dal Piano Regolatore Portuale, che finalmente sembrano sbloccarsi e prendere concreto avvio. L'aumento dei traffici che queste, insieme agli investimenti previsti a Santo Stefano Magra, consentiranno di ottenere, non potrà che essere positivo per l'economia del nostro territorio. Devono essere però portate avanti in parallelo tutte le opere ferroviarie che consentiranno di incrementare il trasporto della merce via ferro, con indubbi vantaggi ambientali e le opere relative alla fascia di rispetto, che consentiranno una maggiore vivibilità ai quartieri di Levante che si affacciano sul porto. E inoltre andrà reso operativo il recente accordo tra Comune, Enel ed Autorità Portualità sull’elettrificazione delle banchine.

Per ciò che riguarda il comparto crocieristico e l'aumento del traffico passeggeri, è una sfida da cogliere fino in fondo; la città non potrà che avere vantaggi se riuscirà a migliorare la sua vocazione turistica. La città della Spezia per ragioni industriali, commerciali e logistiche si configura come sede ideale di un polo integrato della difesa navale, pronto a divenire centro di eccellenza della prossima difesa navale europea. La forte presenza della Marina Militare delle maggiori aziende nel settore, di una forte presenza di indotto, del Polo universitario, del Distretto Ligure delle Tecnologie Marine consente di ottimizzare la sinergia tra forze armate e industria in tutto il ciclo di vita del prodotto, dalla progettazione al supporto post vendita. Questo ragionamento consentirà alla Spezia di riprendere un ruolo strategico nel settore che negli anni è stato perso. Per fare questo occorre agevolare le grosse aziende in questo percorso, rafforzare il ruolo dell’indotto e portarlo a crescere nelle fette di mercato non delocalizzabili, creare le condizioni per attirare nuovi investitori per le parti di alta tecnologia, continuare l’interlocuzione, aperta dalla precedente amministrazione, con il Ministero, la Marina Militare, le grosse aziende presenti sul territorio per sviluppare un polo specifico e determinante per la politica nazionale. La tecnologia e l’innovazione, anche di natura ambientale, saranno i prossimi driver dei processi di consolidamento anche nel settore della nautica e del navale civile. La presenza di grandi marchi sul territorio spezzino consente alla città di diventare un hub tecnologico del settore con forte integrazione con il comparto della difesa e con la manutenzione navale.

L’apertura di un confronto con il ministero servirà a costruire accordi di programma finalizzati a reperire fondi di supporto alle aziende che vogliono investire sul nostro territorio.
Il nostro impegno sulla fiscalità locale, il recupero di aree, lo snellimento delle procedure amministrative consentiranno l’attrattività del territorio per eventuali nuovi investitori e per facilitare la permanenza di un così ricco patrimonio di imprese. In questo disegno rientra naturalmente il ragionamento sul futuro dell’Arsenale. Il Piano Brin deve essere attuato. È prioritario per la strategia sulla restituzione e riutilizzo delle aree non più strategiche che saranno oggetto di un specifica programmazione urbanistica attraverso la quale individuare quali aree restituire alla città e quali da utilizzare per impieghi produttivi in sinergia con le aziende. Ci impegneremo, chiamando a raccolta tutta la città e le sue forze sindacali ed economiche, perché ad esso venga associato un piano di assunzioni che, seppur mirato, consenta di non disperdere, ma rilanciare il grande know how del nostro Arsenale.

Oggi, grazie al lavoro di questi anni, ci sono aree pronte per essere dismesse, prima fra tutte Mardichi 1 che dovrà essere destinata a funzioni legate all’Università, alla cultura e al turismo. La nostra risorsa più importante è senza dubbio Il Territorio. Conoscere, valorizzare e sviluppare le risorse, le opportunità e i valori del territorio sono la più importante fonte di economia e lavoro che possiamo sviluppare nei prossimi anni. Siamo la città porta del Parco delle Cinque Terre: lo abbiamo capito in questi anni e adesso possiamo avere sempre più turisti, più servizi, più accoglienza, più opportunità di lavoro, più capacità di attrarre per la bellezza, la storia, la qualità della vita della nostra città. Spezia ha dimostrato di sapere attrarre. Sono cambiate tante cose. Da città dell’Arsenale stiamo diventando la città del Turismo e del Buon vivere. L’obiettivo è valorizzare le attitudini e le risorse territoriali con principi di sviluppo sostenibile mettendo in equilibrio il rispetto dell’ambiente e del paesaggio con il soddisfacimento dei portatori d’interesse: i cittadini, le imprese esistenti e di nuovo insediamento e i turisti. Realizzeremo, con il concorso di tutti i soggetti interessati, un Piano di Marketing Territoriale e Turistico che promuova La Spezia come prodotto territoriale competitivo capace di generare valore e attrarre investimenti.

La Spezia sarà il cuore pulsante del nuovo Distretto Turistico: Spezia porta del comprensorio d’area vasta, centro urbano e commerciale, polo dei servizi integrati con l’offerta turistica territoriale. Un comprensorio unico al mondo: mare, collina, monti, cultura, tradizioni. Un ambito territoriale che metta in sinergia le Cinque Terre, Il Golfo dei Poeti, la Val di Vara, la Val di Magra, la Lunigiana, la Garfagnana, le Apuane, gli Appennini, il mare. Occorre una visione di “squadra”, una visione di territorio che si elevi dai confini amministrativi e che, nel rispetto delle tipicità e del lavoro di ciascun ambito e di ciascuna individualità, sappia cogliere il valore dell’integrazione dell’offerta. Turismo e commercio.

Occorre incentivare, sostenere, aiutare il piccolo commercio stretto tra crisi e grande distribuzione. A tal proposito è necessario sospendere l’ingresso di altre grandi superfici di vendita nel territorio comunale dando attuazione al PUC. È necessario valorizzare la piccola distribuzione come grande centro commerciale naturale, rendendo ancora più stringenti gli elementi del piano del commercio che prevedono il divieto di aperture di attività che non concorrono a definire ed esaltare l’eccellenza commerciale del nostro centro storico.

I parcheggi devono aumentare ancora. Con la Marina Militare dovrà essere concordato l’utilizzo dell’area all’interno dell’Arsenale militare di Porta Sprugola al fine di avere sosta a rotazione a basso costo. E inoltre da subito, in attesa del rinnovato Museo Tecnico Navale, dovremo concordare con la Marina Militare l’utilizzo dell’area parcheggio a Porta Marola come area a servizio della città. E poi valorizzare il mercato di Piazza Cavour con adeguate promozioni e iniziative. E ancora: prevedere e finanziare un intervento di riqualificazione che, senza interrompere l’attività degli operatori, possa prevedere chiusure anche parziali del perimetro della piazza, garantendo così una maggiore igiene e funzionalità. Anche i mercati settimanali del martedì e del venerdì dovranno essere migliorati e valorizzati, anche attraverso una loro concordata ristrutturazione tesa ad aumentare la loro portata qualitativa e una maggiore funzionalità, divenendo così valore aggiunto anche per il turismo. Occorre favorire, anche con sgravi fiscali, la riapertura di esercizi di vicinato nei quartieri e nelle zone collinari; facilitare politiche per l’accesso al credito insieme alla diminuzione degli affitti per i fondi commerciali; concordare con le associazioni e operatori iniziative, eventi ed attività per rilanciare il commercio sia in centro che nei quartieri. L’artigianato e la piccola impresa, accanto a quello economico, hanno uno straordinario valore sociale: imprenditori, persone, famiglie che investono sul proprio lavoro e che, anche per questo, vanno sostenute. L’artigianato, la piccola e micro impresa spezzina sono fondamentali per l’economia del nostro territorio. Un settore produttivo che in questi anni, con la sua professionalità e qualità, ha saputo garantire importanti livelli occupazionali facendo emergere eccellenze come nel settore della nautica e del diportismo, che troverà ulteriori opportunità nell’ambito del progetto delle “casermette” che, come Amministrazione Comunale, dovremmo seguire e sostenere. Occorrerà inoltre favorire un più proficuo rapporto di collaborazione e scambio di competenze tra le imprese per dare risposte e servizi al sistema portuale ed industriale della città e, laddove possibile, varcare i nostri confini che a volte, per la qualità delle nostre imprese, rischiano di essere stretti. Un ruolo che l’amministrazione dovrà sviluppare in concerto con le associazioni datoriali, insieme a quello di sostenere la ripresa di alcuni settori che la crisi economica ha messo in difficoltà come quello delle costruzioni o dell’autotrasporto.


Spezia sempre più bella, accogliente e fiera della propria storia e identità


Il waterfront spezzino (Porto Mirabello, Passeggiata Morìn, Molo Italia e Calata Paita) deve ripartire nell’ottica di un progetto urbanistico non fine a se stesso, ma un “continuum”, in sinergia con le aree limitrofe e retrostanti della città. Un fronte a mare leggero e pieno di verde, con un nuovo approdo per le crociere come le grandi città europee. La realizzazione di un nuovo molo in grado di raddoppiare gli accosti oggi disponibili è necessaria, ma insieme al molo, lavoreremo sul waterfront, in modo da partire finalmente con alcune opere riqualificanti, che possano essere di attrazione per investimenti privati. Una nuova stazione crocieristica sarà uno dei primi elementi di un progetto più ampio, la cui regia deve comunque rimanere pubblica, di Comune e AP in particolare. La nostra idea di Waterfront non è concentrarci su un’area, ma è creare un intervento di rigenerazione e riqualificazione complessiva delle aree sul mare e in mare: lo specchio acqueo del golfo, le aree dismesse di Calata Paita, la passeggiata Morin, i Giardini Storici e lungomare, via Mazzini, Via Diaz e il recupero del canale del Lagora creando un sistema urbano che riqualifichi il modo di vivere il mare della città. Per prima cosa la bonifica: eliminazione degli scarichi fognari diretti in mare e creazione di un sistema innovativo di depurazione delle acque. Non abbiamo in mente grandi tunnel o grandi palazzi, abbiamo in mente un waterfront “slow”, dolce. Collegato certamente con la città. Sovrappassi belli architettonicamente lungo Viale Italia, uno sicuramente in prolungamento di Via Diaz in relazione con il ponte Revel e creazione di un “tessuto cittadino connesso” con spazi per il “passeggio” e il tempo libero degli spezzini, piste ciclabili e percorsi per lo sport e il benessere, spazi e servizi per la nautica da diporto, reti di pescatori con vendita diretta del pesce, prodotti della mitilicoltura. È la nostra storia, la nostra tradizione, la nostra unicità e immagine. Spazi e servizi per il turismo con la realizzazione di spazi dedicati alle borgate, al Palio del Golfo e alla nostra storia “marinara” e nello specchio acqueo antistante la passeggiata Morìn e Molo Italia, di pontili galleggianti dove realizzare concerti, spettacoli, per diversificare e implementare gli spazi ricreativi a disposizione del pubblico, soprattutto quello più giovane. Si ad un albergo e turismo crocieristico e alla creazione della Stazione Marittima passeggeri ma anche collegamenti di ogni genere in mare per facilitare i collegamenti nel Golfo, anche ad uso urbano, da un quartiere all’altro (traghetti, taxi del mare, ecc.). E poi il Museo in Mare, con il sommergibile Leonardo Da Vinci e la gloriosa feluca San Giuseppe 2 da recuperare. E ancora visite guidate sui mezzi della Marina Militare, Navi, la scuola di Vela Latina, raduni di imbarcazioni d’epoca e periodicamente la Vespucci. Così i giardini non saranno più una barriera tra la città e il mare e non saranno più isolati. Giardini illuminati, palcoscenico ideale per dare a via Chiodo la vocazione di una via che ospiti installazioni d'arte in continuità con la straordinaria modernità della nuova Piazza Verdi, proiettata verso l'Arsenale con il Museo Navale rinnovato. Piazza Verdi non basta. La bellezza deve invadere ogni angolo della città, dedicando tutta via Chiodo e i Giardini storici all'arte. Un museo aperto che dovranno invidiarci tutti. Un Palio del Golfo che duri più giorni, ancora più ricco e appassionante, una festa per tutti gli amanti del mare. E poi una nuova vita per l'area del Centro Allende, spazio vivo di iniziative culturali, musicali per i giovani, per la movida. Il Centro Allende, per la sua collocazione di raccordo tra il centro città, i giardini pubblici e il fronte a mare, deve acquistare una dimensione centrale nella vita cittadina, sia per la popolazione residente, che per la popolazione turistica. Uno spazio potenzialmente fruibile tutti i giorni dalla mattina alla sera da bambini, anziani, giovani e meno giovani. Spezia città turistica che sa accogliere. Riqualificazione di tutte le porte di accesso alla città: dopo la Stazione ferroviaria, tocca a quella a mare e anche e soprattutto al tratto via Carducci e Viale Italia, compreso il Centro Kennedy. Su questo lavoreremo da subito lavorare a un progetto di riqualificazione e abbellimento. E ancora: parcheggi per i pullman, rilancio della stazione di Valdellora o Migliarina per separare flussi turistici e pendolarismo e aumentare trasporto ferroviario, potenziamento trasporto via mare, servizio guide rafforzato nei siti culturali della città. In questi anni, gli ultimi anni, la politica culturale ha conosciuto una particolare stagione di attenzione per il tema della partecipazione. Dopo una fase nella quale ci si è impegnati nell’apertura di nuovi presidi culturali si sono messe in campo misure di più forte socializzazione dell’offerta culturale. Occorre continuare in questo senso. Bisogna proseguire l’esperienza del “forum cultura” come luogo diretto di programmazione dell’iniziativa pubblica da parte di operatori e associazioni, proseguendo anche la sinergia con il tavolo “insieme è cultura” costruito con Fondazione Carispe. Il Camec deve diventare un luogo aperto e vivo, un laboratorio che possa accogliere una scuola per l'eccellenza creativa, spazi espositivi, incontro e contaminazione di generazioni. Corsi e laboratori permanenti che riguardino la comunicazione e le arti visive in una prospettiva sociale. A tal proposito si potrebbe istituire uno spazio permanente di consulenza comunicativa per le realtà no-profit che operano sul territorio, strutturare in modo permanente l’alternanza scuola-lavoro con gli istituti tecnici legati alle arti grafiche e il liceo artistico, fornire gratuitamente spazio per attività laboratoriali ed esposizioni; dotandosi inoltre, al fine di diventare anche un luogo di incontro e scambio, di una sala lettura e consultazione, di un punto bar-ristoro. Rilanciare il “premio del Golfo” e lavorare al lancio della programmazione della nuova Mediateca. Presso il centro Dialma Ruggero occorre potenziare le forme di residenzialità artistica per associazioni e soggetti che operano nel campo di teatro e danza. Infine proseguiremo nella promozione di occasioni di approfondimento critico di alta qualità, offerte alla città e realizzate in collaborazione con l’associazionismo locale I nostri quartieri sono l’anima della città, della sua capacità di essere una città bella, forte e unita, sicura nella solidarietà. Dobbiamo curarli con un’attenzione particolare, dedicando tempo, capacità di ascolto, risorse e progetti di grande respiro sui temi della ricucitura urbana, della mobilità ecologica e sostenibile perché anche da qui passa la costruzione di una città modernamente ecologica.
E poi migliorarci nella pulizia perché ora che ACAM è salva, grazie al faticoso lavoro di questi anni, dobbiamo renderla più efficiente e a servizio dei cittadini. I Quartieri non sono solo strade da asfaltare, lampioni da cambiare, marciapiedi da riqualificare, giardini da pulire. Sono la nostra identità, la nostra storia, le nostre radici. I Quartieri non sono periferia, sono luoghi, un modo di vivere, di abitare, di relazionarsi, di lavorare, sono senso di comunità, di appartenenza, di vicinato.

Va rigenerato un nuovo modo di vivere i Quartieri


Vogliamo sviluppare la Città dei Quartieri, un piano-progetto specifico per ogni quartiere, per riqualificare e rigenerare spazi urbani adeguati ai bisogni dei cittadini e un processo di valorizzazione del capitale umano del singolo e della comunità. I contenuti del progetto saranno decisi insieme a tutti coloro che vorranno prendere a cuore il proprio quartiere sviluppando iniziative di decoro urbano, di tutela della sicurezza, ambientali, sociali, culturali, e soprattutto per ricreare il senso di comunità, di appartenenza, partecipazione e condivisione delle scelte per migliorare la qualità della vita nei quartieri. Ogni quartiere deve avere il suo piano di sviluppo urbanistico, il suo programma di lavori pubblici, i suoi progetti di finanziamento, il suo sistema di sicurezza, di sanità diffusa sul territorio, il commercio di vicinato, le piazze, i parchi, gli impianti sportivi, i suoi centri culturali e sociali, il suo calendario di eventi. Ogni quartiere deve avere un sistema di spazi e servizi per i nostri bambini, le famiglie, i nostri anziani e una rete capillare di assistenza alle fasce sociali più disagiate. E non deve mancare l’attenzione anche per gli animali. Daremo priorità alle riqualificazioni più minute, concrete e realizzabili in tempi brevi, in una visione unitaria che riservi dignità alle piccole attenzioni, alle piccole cose, rigenerando il tessuto dei Quartieri. Ricucire con il “rammendo urbano”, è il modo migliore per affrontare la pianificazione della città nel suo complesso, creando una rete di connessioni tra quartieri, tra città e mare, tra città e entroterra. Una visione territoriale complessiva attraverso la rigenerazione del sistema dei quartieri ponendo la solita attenzione nelle piccole cose e nelle grandi opere. Con un obiettivo: il benessere e la qualità della vita dei cittadini. Rammendare il tessuto urbano del Quartiere significa aver cura dei luoghi e soprattutto saper ricucire i rapporti umani, significa associare allo sviluppo urbanistico, l’anima e il cuore della città, il senso e la cultura di appartenenza, la valorizzazione delle identità. È un processo culturale a cui teniamo molto. Occorre ritrovare l’anima del Quartiere, le sue radici, la sua storia, le sue tradizioni, la sua identità: possono diventare anche una grande risorsa per il turismo. Ogni Quartiere ha una storia, è un pezzo della cultura spezzina, della spezzinità. Le borgate e il Palio del Golfo sono l’esempio concreto. L’identità del borgo, della borgata, possono diventare un’attrazione costante per il turista e gli eventi, le sagre, possono diventare i momenti in cui ogni Quartiere si presenta e mostra sé stesso, i luoghi, la memoria, le tradizioni. In questo modo potremo promuovere anche una rete di ricettività extralberghiera nei Quartieri della città e delle colline, affittacamere, bed & breakfast. I Quartieri dell’ospitalità, l’hotel quartiere. Alcuni ci sono già. L’iniziativa singola funziona. Occorre metterla in rete, creare sistema e metterci il cuore.

Spezia città del buon vivere


Ambiente, mobilità sostenibile, qualità della vita, sport, salute e benessere, sicurezza, diritti, partecipazione, lotta alle disuguaglianze. La questione ambientale ha caratterizzato la nostra città per tanti anni, negli ultimi anni si è voltato pagina. Il processo avviato di rigenerazione dei territori compromessi con i progetti di bonifica in corso, la dismissione della centrale Enel, gli interventi di efficienza energetica, la politica di tutela del territorio, gli interventi sul dissesto sono il segnale del cambiamento in atto che va perseguito con determinazione. Le conoscenze ci aiutano a fare chiarezza sulle cose da fare e a pianificare al meglio il territorio: occorre per questo costruire un sistema integrato di gestione e pianificazione basato su modelli e dati ambientali già esistenti che supporti le future decisioni e accompagni la riduzione delle fonti inquinanti. Un sistema quindi che potrà permettere di intervenire sulle emergenze e soprattutto intervenire sulla riduzione delle fonti inquinanti. Traffico, inquinamento industriale, produzione dei rifiuti industriali, rigenerazione dell’ambiente marino sono le priorità da affrontare in un’ottica di trasformazione dei cicli produttivi, di riutilizzo dei rifiuti prodotti, di modifica dell’utilizzo delle risorse. È questa la nuova sfida: dall’emergenza ambientale all’ambiente come occasione di sviluppo. E poi intervenire sulle questioni ancora aperte. Serve un piano puntuale dell’amianto da richiedere all’ASL che si doti di personale dedicato che affronti questa tematica sia sotto il profilo della prevenzione che della cura. L’ultimazione delle bonifiche in corso, con particolare attenzione alla parte a mare, utilizzando tecniche innovative e monitoraggi quotidiani comunicati alle istituzioni in tempo reale. Diffondere la comunicazione dei dati sulla qualità dell’aria in tempo reale. La sfida climatica attraversa le città, il modo di vivere, di consumare, di produrre. La transizione ecologica è un requisito prioritario per una visione innovatrice. Faremo fino in fondo la nostra parte favorendo uno sviluppo produttivo sostenibile e intervenendo sulla realtà quotidiana con i cittadini. Partiamo dal lavoro fatto in questi anni sull’efficienza energetica degli edifici pubblici, sul fotovoltaico installato su scuole e palestre, sulla installazione di colonnine di ricarica, l’installazione dei pali intelligenti multifunzionali, i 10 km di rete in fibra ottica per la trasmissione dati, l’illuminazione a led di un terzo della rete pubblica. Se a questo aggiungiamo la raccolta differenziata dei rifiuti, che andrà migliorata e resa più efficiente, il riciclo, l’agricoltura sociale con gli orti urbani, la città può diventare davvero laboratorio dell’innovazione. Nascita di “comunità intelligenti” sostenute dall’ente locale per sviluppare autoproduzione di energia, per effettuare audit energetici, per efficientare l’edilizia residenziale, per sviluppare agricoltura a Km. 0: è questo il cammino di transizione che ci poniamo. Fondamentale sarà lo sviluppo della banda larga, necessaria per il tessuto produttivo, e di una mobilità sostenibile. Come una moderna città europea ci doteremo di un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, PUMS, secondo le più moderne linee guida, per garantire a tutti i cittadini opzioni di trasporto che permettano loro di accedere agevolmente alle destinazioni ed ai servizi chiave. Per migliorare le condizioni di sicurezza, ridurre l’inquinamento atmosferico ed acustico e i consumi energetici. Questo piano vedrà sostanziali momenti partecipativi, avrà come obiettivi efficienza ed economicità dei trasporti di persone e merci. Contribuirà a migliorare l’attrattività del territorio e la qualità dell’ambiente urbano e della città in generale, a beneficio dei cittadini dell’economia e della società nel suo insieme. Una metropolitana leggera che parta da Vezzano Ligure e arrivi fino alle 5 Terre garantirà un miglior servizio ai turisti e al centro città gravato dai massicci afflussi veicolari nelle vicinanze della Stazione Centrale. Ca’ di Boschetti e Migliarina devono essere ulteriori punti di intermodalità, di scambio tra differenti forme di trasporto, anche di tipo ‘sharing’. I mezzi storici del museo nazionale dei trasporti devono essere resi fruibili, fatti circolare nel finesettimana e utilizzati come attrattiva turistica.

 Altra priorità il completamento e l’efficientamento della rete ciclabile, collegandola con la zona Nord della città, e l’implementazione della filovia. E poi un grande progetto: una pista pedo-ciclabile che colleghi Spezia con Riomaggiore, supportata da stazioni di bike sharing a pedalata assistita. Altro ambizioso obiettivo la riconversione ecologica della Spallanzani da realizzarsi dopo il completamento della Variante Aurelia, che rimane un obiettivo prioritario per il potenziamento infrastrutturale e il miglioramento della qualità ambientale della città. Vogliamo costruire una Città del Buon Vivere intesa come l’insieme delle “attenzioni” per migliorare il benessere di chi ama abitare, lavorare e trascorrere la vacanza in una città e territorio che ha posto la qualità della vita al centro delle sue scelte. Caratterizzare e specializzare il nostro futuro per essere competitivi nei processi di marketing territoriale e rendere Spezia unica. Buon vivere significa anche sport. Vogliamo attribuire allo sport una componente importante del nostro programma perché lo sport è nel DNA della nostra città e perché lo sport rappresenta da sempre una forma educativa fondamentale nella crescita dei bambini e dei giovani, un mezzo per curare la salute e prevenire le malattie, promuovere l’inclusione e il benessere delle persone con disabilità. Il cuore di questo progetto saranno: uno Stadio Picco riqualificato con una nuova curva per raggiungere il risultato di uno Spezia in serie A; il Parco Montagna e l’area ex IP. E un sistema di percorsi ecologici di connessione urbana tra i quartieri, con il completamento della rete delle piste ciclabili e con percorsi per lo sport all’aperto, per mettere in collegamento tutti i parchi e gli spazi verdi della città. Dalla rigenerazione del Montagna, in fase di attuazione dopo anni di inutilizzo, sorgerà una Cittadella dello Sport che consentirà anche l’attività sportiva alle persone con disabilità, con impianti per calcio, atletica, basket, pallavolo, tennis, nuoto, percorsi per correre e per la bicicletta con circuiti per le mountain bike, pareti per il free climbing. L’area IP e l’Antoniana diventeranno, a bonifica effettuata, un Quartiere Green, un grande parco all’interno del quale collocheremo residenze ecosostenibili e tecnologicamente innovative, un albergo, impianti e circuiti per lo sport e il benessere, immersi nel verde. Nella città dello sport non può mancare la rigenerazione del palazzetto dello sport e degli impianti sportivi presenti sul territorio, in sinergia con lo Spezia Calcio e con tutte le associazioni sportive della città.

Vogliamo promuovere una grande risorsa della nostra città: una rete di tutti gli operatori e impianti che operano nel settore dei servizi alla persona e degli sport amatoriali che sono nati in città, creando un grande sistema di qualità della vita e recuperando spazi verdi abbandonati che sono stati rigenerati come luoghi per i giovani, le famiglie e i bambini, spazi dove stare bene, fare sport, sorridere, rilassarsi, festeggiare: Il Parco del Colombaio, Padre Dionisio, Rebocco, La Pianta, il Trincerone, la Maggiolina, e promuoverne di nuove da collocare nei vari quartieri. Il progetto Spezia Città dello Sport vuole essere tutto questo. Creazione di una rete di impianti sportivi di qualità, di spazi e servizi per chi compete nello sport, dai professionisti ai dilettanti. Una particolare attenzione sarà riservata alla possibilità di fare sport per tutti, a partire dalle persone disabili. Spazi e servizi gratuiti a chi non si può permettere di pagare una retta per far fare sport ai propri figli. Un contributo alle società sportive e alle associazioni per inserire gratuitamente le famiglie che hanno oggettive difficoltà economiche. Più decoro, più bellezza e serenità alla vita di ogni giorno. Vogliamo una città sicura nella solidarietà che sappia proteggere chi è più fragile, a partire da anziani e bambini. Rispetto delle regole e lotta ad ogni forma di illegalità. Da chi non paga il biglietto sui bus, al commercio, al mercato degli affitti in nero che genera, soprattutto in alcune zone, situazioni di difficile convivenza e poca dignità. In concreto proponiamo di: sostenere e aumentare il coordinamento tra le forze di Polizia anche attraverso una periodica convocazione del tavolo provinciale per l’ordine e la sicurezza; incrementare e ammodernare il sistema di videosorveglianza ; continuare con l’assunzione di addetti alla vigilanza sino a raggiungere il numero necessario al fine di programmare le pattuglie notturne per tutto il periodo dell’anno; rivendicare al Sindaco una maggiore competenza in merito all’accoglienza dei profughi in modo da vietare l’utilizzo di appartamenti condominiali e comunque di strutture non adeguate ad ospitare “la seconda accoglienza”; proporre l’utilizzo dei recenti decreti sulla sicurezza al fine di rendere credibile l’azione dell’Amministrazione Comunale nel contrasto a micro delinquenza e “macro maleducazione”; occorre infine aumentare gli interventi congiunti con gli altri Enti dello Stato: Inps, Asl, Inail al fine di contrastare maggiormente ed efficacemente lavoro nero e sfruttamento. Lotta al lavoro nero e al lavoro insicuro. Lavoreremo per rafforzare i controlli da parte di tutti gli enti preposti nella verifica delle violazioni riguardanti la normativa per la sicurezza sul lavoro e sensibilizzare a questo obiettivo imprese e lavoratori di concerto con organizzazioni del lavoro e del mondo economico. Sarà creato un team tecnico interno al Comune per la puntuale verifica del rispetto dei requisiti in materia di sicurezza sul lavoro nell’aggiudicazione degli appalti, che seguiranno inoltre il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e non il massimo ribasso, soprattutto in tema di servizi. Spezia, dunque, città dei diritti. Diritti e valori che innervano tutto il nostro programma per il futuro della nostra città. Diritto alla salute, innanzitutto, con una sanità pubblica che deve funzionare meglio anche grazie al Nuovo Ospedale che vogliamo Dea di secondo Livello con specialità e servizi di cui la città e il suo comprensorio hanno bisogno. E poi non vogliamo rinunciare alla prospettiva di un hospice anche alla Spezia, in attesa del quale vanno intensificate le cure palliative domiciliari. Abbattere liste di attesa e il fenomeno delle fughe. Su questo ci batteremo con determinazione nei confronti di Regione e ASL perché si raggiunga l’obiettivo di reali recuperi di efficienza, adeguatezza degli organici, valorizzazione delle professionalità ed il decongestionamento di una serie di servizi sanitari ospedalieri o ambulatoriali diagnostici con l’ulteriore potenziamento di servizi territoriali e assistenza domiciliare integrata. Contrastare le liste d’attesa significa politiche di assunzione del personale che consentano di attivare maggiori possibilità diagnostiche e ambulatoriali. E inoltre: impegnare risorse mediche ed infermieristiche sul territorio (Consultorio, Sert e salute mentale) oggi sotto organico e mal organizzate; lavorare alla realizzazione di un ambulatorio dedicato alle persone meno abbienti, con cure mediche e odontoiatriche gratuite, in collaborazione con associazioni e ordine dei medici. Rafforzare i poteri della Conferenza dei Sindaci, in modo da rappresentare meglio le realtà territoriali. E inoltre riportare la sanità vicino ai cittadini, consentendo loro, da un lato, di avere servizi vicini, dall’altro di partecipare anche direttamente attraverso comitati territoriali cui partecipino, insieme a loro, tutti gli attori della Sanità. Diritto alla salute significa anche obbligatorietà delle vaccinazioni per i bambini che frequentano nidi, materne e scuole dell’obbligo. Per questo ci batteremo perché anche in Liguria sia introdotta una legislazione sulla scorta di quanto fatto dalla Regione Emilia Romagna. Vogliamo che La Spezia sia sempre più una città capace di “allargare il proprio orizzonte” guardando soprattutto a quelli considerati ai margini della società, i più impreparati a viverci, a partecipare alla composizione sociale. L’OMS ha stabilito che la salute non coincide con l’assenza di malattie, ma con lo stato di BenEssere; pertanto il nostro impegno deve essere quello di realizzare un alto livello di integrazione, promuovendo le azioni necessarie affinché ogni cittadino possa fruire di “pari opportunità”.

A partire dai cittadini disabili. Il disabile viene ancora troppo spesso visto per la parte “mancante”: non udente, non deambulante, non udente, ecc. tralasciando invece le potenzialità delle persone. E invece la disabilità fa parte della realtà, da considerarsi non tra le eccezioni ma fra le tante possibili strade della vita. Serve dunque un impegno ancor più forte per trasformare realmente la diversità in normalità pienamente accettata. Questo in concreto per noi significa: continuare nel progetto di eliminazione delle barriere architettoniche su marciapiedi e attraversamenti pedonali, mettendo una cifra congrua a bilancio ogni anno; costruzione dell’ascensore allo Stadio Picco per permettere ai disabili motori di vedere meglio le partite; imporre ad ATC la dotazione di rampe (meccaniche o manuali) su tutti gli autobus e filobus di linea, se occorre costruendo nuove fermate a norma; eliminare le barriere architettoniche in tutti gli impianti sportivi, scuole pubbliche e private aperte al pubblico. Proporre un progetto di sgravi fiscali ai negozi che abbatteranno le barriere architettoniche, inserendoli in un elenco- guida turistico. Tutto il nostro programma che mette il lavoro e la lotta alle disuguaglianze al primo posto, che guarda alla crescita, all’innovazione, alla Spezia come città del Buon vivere è un programma che mette al centro le donne. Il punto di vista delle donne sarà lo sguardo attraverso il quale giudicare la qualità dello sviluppo urbano, la sua sostenibilità sociale e ambientale. E anche su questo terreno vogliamo partire dall’ascolto e della partecipazione. Pensiamo a un piano delle donne per la città, un momento partecipativo che porti le donne a essere l’unità di misura della qualità dello sviluppo della città. L’indirizzo è quello di sviluppare le iniziative e gli interventi a favore della condivisione dei tempi di cura e della conciliazione tra tempi di lavoro e di cura, a partire dallo sviluppo delle iniziative e interventi a favore della condivisione dei tempi di cura e della conciliazione tra tempi di lavoro e di cura e dal potenziamento dei servizi a sostegno della genitorialità. Spezia città dei diritti, è poi una città che combatte la violenza contro le donne e sta al fianco di tutte coloro che sono vittime di questo fenomeno attraverso un lavoro concreto, quotidiano: dall’azione culturale e educativa di prevenzione, a partire dalle scuole, alla collaborazione continuativa con le associazioni, fino a una riorganizzazione della rete dei servizi passando per il rafforzamento del Centro antiviolenza “Irene” che deve evolvere verso un modello organizzativo in linea con il panorama nazionale. Il lavoro delle volontarie dovrà essere necessariamente affiancato da professionalità e competenze del settore, così come andrà resa più forte la rete associativa. Il ruolo educativo non spetta solo alla scuola. Anche il territorio esprime contesti formativi formali e non formali che contribuiscono in maniera determinante alla formazione di ciascun individuo.

La qualità della relazione che si sviluppa fra le diverse agenzie educative - scuola, enti di formazione, enti di ricerca, università - ed il territorio in cui queste operano è quindi condizione essenziale per poter costruire delle efficaci politiche dell'istruzione, della formazione, dell'educazione. La crescita di individui consapevoli è determinata infatti non da un singolo elemento del sistema educativo, ma alla qualità culturale complessiva di un territorio, per il miglioramento della quale tutte le agenzie educative e formative svolgono insieme un ruolo da protagonista e mediano tra i bisogni e gli strumenti da mettere in campo. In tal senso, è importante che tutti i soggetti che hanno un ruolo nel processo condividano una piattaforma programmatica che serva a favorire il dialogo e censire i bisogni e le opportunità. In questa nuova sfida, la Scuola è investita da un fortissimo processo di responsabilizzazione; essa gioca un ruolo essenziale e dovrà sempre più essere guida nella trasformazione culturale e sociale sul quale fonda qualsiasi processo di crescita 'sana e proficua' di una comunità. Affinché sia assicurata a tutti la possibilità di un successo formativo e la valorizzazione dei meriti personali, indipendentemente dal contesto socio economico di provenienza, è indispensabile mettere in campo le migliori risorse e competenze disponibili sul territorio. La garanzia di una chance formativa, il potenziamento della scuola dell’infanzia, il legame tra formazione e mondo del lavoro, il sistema di istruzione per adulti e per gli esclusi dai circuiti formali e informali di apprendimento, la rimodulazione dei tempi e degli spazi destinati all’esperienza formativa, l’alta formazione universitaria e post-universitaria, possono essere primi interventi di quel 'patto educativo' che i soggetti della 'rete formativa' sono chiamati a condividere, sempre nell’ottica dell’inclusione e del diritto allo sviluppo dell’identità e del benessere di ciascun individuo. La 'rete formativa' diviene indispensabile anche per lavorare intorno ad un meccanismo di coesione sociale che investa tutta la comunità e che, partendo dall’ambito scolastico e formativo, possa contaminare anche quello territoriale. La 'rete formativa' potrà essere di sicuro supporto all’ente locale per promuovere la crescita e lo sviluppo culturale, sociale ed economico della città. Ma, soprattutto, potrà farsi promotrice dell’importante opera di divulgare e valorizzare le iniziative attivate sul territorio, la loro interazione con il tessuto economico-produttivo e contribuendo al trasferimento delle conoscenze e delle esperienze realizzate. Molti sono i problemi della scuola ma vi sono alcune priorità. Costituire una task force per la manutenzione continua delle scuole perché le scuole belle e ben manutenute contribuiscono all’apprendimento degli studenti. Azzerare le liste di attesa nelle scuole dell’infanzia, sia comunali che statali, attraverso una mappatura degli edifici scolastici e un’ottimizzazione degli spazi e un loro recupero edilizio. Attuare un tavolo di lavoro tra scuola e famiglia per una nuova alleanza che, pur nel rispetto dei reciproci ruoli, individui interventi di supporto dei nuclei famigliari in difficoltà, di implemento dei servizi a sostegno degli alunni con bisogni educativi speciali e di ampliamento del tempo scuola là dove è necessario. Creare un nucleo di supporto per la progettazione e gestione dei bandi comunitari e ministeriali che collabori con le scuole in rete. Molto è già stato fatto in tema di diritti sia civili che della persona a partire dalla sala del commiato, il registro delle unioni civili ancor prima della normativa nazionale e il testamento biologico. Dovremo porci l’obiettivo di ampliare ulteriormente le conquiste in tema di diritti. Pensiamo per esempio al diritto alla conoscenza, presupposto fondamentale per tutte le decisioni inerenti l’individuo. I diritti dei più deboli, anche dei carcerati, con l’istituzione del garante comunale per i detenuti. La conoscenza e la lotta alla discriminazione inizia dalla scuola. Occorre contrastare il bullismo omofobico, aumentando la consapevolezza dei dirigenti scolastici, insegnanti, genitori e comunità sul tema e promuovere il sostegno di politiche che includano la lotta al bullismo anche in collaborazione con le associazioni presenti sul territorio.

Trasparenza e legalità sono al centro del nostro programma ed abbiamo intenzione di fare del palazzo comunale il così detto palazzo di vetro. Sulle tracce di quanto elaborato e sperimentato per Milano da Pisapia e dal Professor Onida intendiamo mettere in campo un procedimento di nomina assolutamente trasparente, basato su merito e curriculum e prevedendo anche la possibilità audizioni da parte di una appostata commissione per la trasparenza e la legalità. Tra le prime cose che metteremo in campo, oltre la costituzione di questa commissione e del relativo regolamento, ci sarà la nascita dell'Osservatorio per la legalità del quale faranno parte enti ed associazioni che da sempre lottano contro la criminalità, anche organizzata, le professioni e le loro organizzazioni. Comunicazione e partecipazione sono due concetti legati in maniera indissolubile, fondamentali nell'azione amministrativa del XXI secolo. La soppressione delle circoscrizioni ha scavato un solco tra i cittadini e il Palazzo comunale che necessita assolutamente di essere colmato, sia per l'amministrazione, ma soprattutto per i cittadini. Le metodologie partecipative che si intende mettere in atto prendono spunto dai seguenti punti cardine: affermare e sostenere il diritto alla partecipazione effettiva e sostanziale dei cittadini nelle politiche pubbliche locali e alla funzionalità ordinaria dell’amministrazione municipale secondo le modalità e le regole disposte da uno specifico regolamento comunale; quest’ultimo postula e persegue l’obiettivo per il quale, ferme restando le prerogative pubbliche in materia di vigilanza, programmazione e verifica, l’Amministrazione e la cittadinanza improntano i loro rapporti alla fiducia reciproca e presuppongono vicendevolmente che le rispettive volontà di collaborazione siano orientate al perseguimento di finalità di interesse generale; mediante la formulazione e l’applicazione di tale regolamento, riconoscere nella trasparenza lo strumento principale per assicurare l’imparzialità dei rapporti dell’Amministrazione municipale con la cittadinanza e la verificabilità delle azioni svolte e dei risultati ottenuti dal governo comunale. Questo ci consentirà di rafforzare e rinnovare capacità decisionale ed efficacia operativa mediante procedure e pratiche di democrazia partecipativa e deliberativa integrate nei procedimenti amministrativi; utilizzare pertanto la partecipazione della popolazione come modalità ordinaria di governo e di amministrazione; attivare e sostenere specifiche modalità di progettazione e attuazione partecipata degli interventi urbanistici, ambientali, infrastrutturali; attivare e sostenere specifiche modalità di monitoraggio partecipativo e di conseguente controllo sociale circa la funzionalità e il miglioramento dei servizi sociali; promuovere il ricorso alle nuove tecnologie di interazione tra cittadini, e tra cittadini e pubblica amministrazione per agevolare lo scambio dell’informazione civica e la consuetudine al dibattito pubblico tra gli abitanti e l’amministrazione municipale; favorire l'inclusione dei soggetti deboli nella formazione e nell'applicazione delle politiche pubbliche così come degli interessi diffusi o scarsamente rappresentati nel circuito politico-istituzionale. In linea con i suddetti principi, è necessario sin da subito aumentare il numero dei Centri civici e qualificarli come corpi intermedi di dialogo e scambio, tra il cittadino e il Palazzo civico, per dare seguito in maniera costruttiva ed immediata a modalità di democrazia deliberativa in relazione a decisioni sui quartieri, di natura urbanistica, sulla viabilità e sulla raccolta dei rifiuti, che possono avere conseguenze immediatamente positive nel quotidiano del cittadino. Su questi temi abbiamo l’ambizione di diventare un’esperienza modello, a partire dalla progettazione partecipata di spazi e luoghi. Affronteremo da subito la sfida con la progettazione partecipata delle aree di Marola, oggetto dell’accordo con la Marina, perché diventino un luogo a servizio dei reali bisogni del quartiere e della città. E partendo da questa esperienza, vogliamo mettere a punto un metodo che applicheremo, di volta in volta, alle diverse realtà.

La Spezia, città dei diritti


Ovvero la città aperta ai nuovi cittadini. La sfida dell’integrazione, nell'interesse anche degli immigrati che vogliono lavorare e migliorare la propria vita nella nostra città, richiede crescenti diritti di cittadinanza, compreso il diritto di voto amministrativo, ed il pieno rispetto di regole, consuetudini e comportamenti dell’intera comunità. Vogliamo portare avanti politiche che affrontino la necessità di articolare, differenziare, sostenere e promuovere processi di inclusione sociale, di superamento delle barriere culturali, sociali ed economiche, che ancora oggi limitano buona parte dei cittadini stranieri. In tale ottica, dovranno essere oggetto di una attenzione e di un programma sociale particolarmente impegnati le problematiche degli adolescenti immigrati, che in ragione della “fragilità” del periodo di vita sono sottoposti a particolari problematiche di adattamento e inserimento. Il nostro obiettivo è mettere al centro delle politiche dei prossimi anni le emergenze sociali che interessano oggi le nostre società. Lotta alle disuguaglianze e lotta alla povertà saranno i terreni prioritari su cui agire. Priorità rispetto alle quali è necessario andare verso un’ulteriore rivoluzione metodologica, oltre che mettere in atto appositi interventi e misure. I prossimi saranno gli anni della ridefinizione del concetto di welfare e solidarietà, una ridefinizione radicale del sistema che sposti decisamente l’asse dalle risposte più assistenziali alla costruzione di percorsi di autonomia. Lo dobbiamo fare soprattutto riguardo al tema dell’ “aiuto lavorativo”. Occorre far evolvere le politiche di inclusione lavorativa, dal momento che il fenomeno dell’esclusione dal mercato del lavoro delle fasce più deboli vede oggi un incremento non solo sui numeri, ma anche rispetto alle diverse tipologie di fattori di esclusione. E questo significa: aumentare borse lavoro e istituire percorsi detassati e incentivanti economicamente per i lavoratori che non riescono a reinserirsi nel circuito lavorativo. E inoltre rivedere gli aiuti economici, aumentando le risorse per chi si impegna in un percorso mediato e guidato. Il volontariato rappresenta una grande patrimonio di valori sociale e civile della città. Dati gli importanti risultati raggiunti in questi anni, è indispensabile proseguire nel loro sviluppo, potenziamento e rafforzamento, tenendo conto che occorre avviare un nuovo ciclo improntato ad una maggiore specificazione dei ruoli tra compiti del volontariato e interventi di carattere istituzionale. Anche questo è un punto che rientra nel ragionamento più generale della ridefinizione dell’intero sistema. Le organizzazioni di volontariato devono poi essere sempre più supportate e va ulteriormente rafforzato il lavoro delle varie reti. Un discorso che vale in modo particolare per le organizzazioni di volontariato nate più di recente e costituite in gran parte da giovani: un patrimonio da consolidare, da aiutare a crescere, supportando queste realtà anche dal punto di vista di spazi e logistica. Il diritto all’abitare rappresenta un altro importante terreno di impegno, con particolare riguardo ai giovani per cui oggi, ancora troppo spesso, la casa rappresenta un miraggio. È necessaria la ridefinizione dell’accordo, ormai datato, tra Comune e ARTE su manutenzione alloggi circa il patrimonio immobiliare del Comune e la gestione degli appartamenti dati ad ARTE. Continueremo a essere vicini ai nostri anziani, nella loro vita quotidiana e nei momenti di fragilità. Gli anziani sono una grande risorsa per la nostra comunità da mettere sempre più a frutto in progetti che accrescano la qualità sociale della vita non soltanto loro, ma dell’intera comunità, come attori di un ponte tra generazioni a servizio della collettività e di chi ha bisogno, a partire dalle donne lavoratrici, di sostegno nel lavoro di cura. La Spezia ha una rete di centri anziani molto bella e forte. Pensiamo, ad esempio, a renderli posti sempre più aperti a servizio delle famiglie. Non solo per gli anziani, per il loro tempo libero, ma anche per le famiglie e i bambini. Nel periodo estivo o in periodi particolari nel corso dell’anno, pensiamo a esperienza pilota, sotto la supervisione di personale adeguato, a partire da maestre ed educatori, affinché le famiglie possano trovare nei centri anziani luoghi per attività educative e di custodia dei più piccoli. Inoltre, vogliamo rafforzare l’impegno dell’amministrazione per la gratuità di trasporti per anziani e malati in collaborazione con tutte le realtà associative che gestiscono questo servizio, affinché soprattutto per quegli anziani soli o con problemi di salute non siano precluse le possibilità di cura e di svago.